Metaverso ed evoluzione digitale della mente
Il Metaverso, una realtà virtuale condivisa e in continua crescita, sta rapidamente emergendo come il prossimo grande capitolo dell’evoluzione digitale. Con la sua promessa di esperienze immersive e interattive, il Metaverso sta attirando sempre più persone in un mondo virtuale che si sovrappone al nostro. Ma cosa accade alla dimensione psicologica di una persona quando entra nel Metaverso?
Il Metaverso come Estensione dell’Identità
Entrare nel Metaverso è come aprire una porta verso un nuovo mondo, un’esperienza che va oltre la realtà quotidiana. Questa transizione può avere un impatto significativo sulla psicologia di un individuo. Molte persone ad esempio, sperimentano un senso di liberazione e l’opportunità di creare una nuova identità o magari ampliare quella esistente. Questo perché all’interno della dimensione virtuale le persone possono scegliere come rappresentarsi, modificando diversi aspetti dall’aspetto fisico, al genere, all’età e fino alla capacità di possedere determinate abilità.
Questo può avere un effetto molto positivo sulla psicologia delle persone, dato che permette loro di esplorare nuove sfaccettature di un’identità di base, ma forse non così conosciuta in tutti i suoi aspetti. Molti utenti che entrano nel Metaverso cercano spesso di fuggire temporaneamente dalla realtà quotidiana. Attualmente sono pochi gli studi che affrontano questo confine tra il “sé virtuale” e il “sé reale”, mentre invece è fondamentale esplorare il campo affinchè nulla di quello che conosciamo come “vero” possa diventare sfumato, portando a interrogativi sull’identità e sulla realtà.
Il Metaverso sfida la tradizionale dicotomia tra identità virtuale e identità reale. Per alcune persone, l’identità del proprio avatar è altrettanto autentica quanto quella nella vita reale. Capita che ci si possa sentire molto più a nostro agio, con un’accettazione (spesso corrisposta) più profonda dell’identità virtuale di cui ci vestiamo. Va comunque analizzato questo passaggio che porta alla sussistenza di due linee separate e diverse.
Esperienze Sociali e Isolamento
Uno degli aspetti attualmente ritenuti più importanti è quello che riguarda la dimensione psicologica nel momento esatto in cui interagiamo attraverso il nostro avatar. Parliamo in questo caso di interazioni sociali. La possibilità di essere ovunque e con chiunque senza spostarsi dal proprio spazio di connessione (fisico) è forse una delle maggiori risoluzioni che la realtà virtuale sta proponendo. Mentre però la dimensione immersiva offre possibilità di connessione e comunicazione con persone provenienti da tutto il mondo, (sono diverse le piattaforme dove questo attualmente accade) può accadere anche che il senso di non appartenenza alla realtà porti ad una sorta di isolamento fisico. L’immersione in un mondo virtuale può far perdere sicuramente il contatto con il mondo esterno, ma questo dovrebbe essere strutturato secondo logiche che hanno solo dei ritorni positivi sulla sfera mentale.
È importante infatti, sempre bilanciare questa esperienza tecnologico-sensoriale con altre tipologie di interazioni sociali nella vita reale.
Quando il Metaverso diventa compulsivo
Come qualsiasi altra forma di intrattenimento digitale, il Metaverso può diventare un’esperienza compulsiva per alcune persone. La sua combinazione di interazione sociale, gioco, e gratificazione immediata può portare alcuni individui a dedicare un tempo eccessivo a questa esperienza. Fortunatamente i device che abbiamo in dotazione non seguono, e non possono seguire, questa linea, data la scarsa praticità di tenuta (per il peso sul viso) per più di 45 minuti (vedi Oculus Quest 2). Certo i nuovi visori stanno offrendo capacità immersive e miste sorprendenti con un ingombro sempre più ridotto, siamo però ancora lontani da un’adozione massiccia e globale di questi interessanti strumenti di immersione tecnologica. Eppure si parla già di “dipendenza dal Metaverso”, con un’allerta che sta interessando i piani alti della ricerca psicologica, dove l’isolamento sociale, la mancanza di motivazione per le attività quotidiane e i problemi di sonno, sembrano rispecchiare l’uso eccessivo di determinate piattaforme.
Conclusioni
La dimensione psicologica di una persona che entra nel Metaverso è complessa e in continua evoluzione. L’esperienza può avere impatti positivi sicuramente sulla psicologia individuale, ma è sempre importante che l’esperienza sia gestita nel modo migliore. La chiave sta nel trovare un equilibrio tra l’immersione nel Metaverso e la vita nella realtà fisica, mantenendo sempre un proprio senso di identità stabile così da gestire, in modo sano ed equilibrato, le interazioni sociali. Con la giusta consapevolezza sempre e soprattutto con un programma che veda delle tempistiche idonee alle necessità personali. E’ bene comunque che sia presente una sorta di autoregolamentazione, affinchè il Metaverso possa essere un’esperienza psicologicamente arricchente e appagante.